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Influencer Marketing: cos’è, come funziona e come può aiutare il tuo brand

Influencer Marketing: un termine che sentiamo nominare sempre più spesso ma del quale, a conti fatti, non tutti conoscono davvero il significato. Vediamolo un po’ insieme, con questo piccolo approfondimento su che cosa vuol dire Influencer Marketing e su quanto può servire (oppure no) a un’azienda.

Che cos’è l’Influencer Marketing

Partiamo con una definizione chiara e semplice: che cos’è l’Influencer Marketing? Si tratta di un insieme di attività che prevedono il coinvolgimento di una persona che, con una serie di contenuti mirati, può promuovere e validare le qualità di un brand, prodotto o servizio. In poche parole: con una strategia del genere andrai ad affidarti a una persona che, potendo contare su un pubblico di seguaci affezionati, parlerà bene del tuo prodotto per far sì che il pubblico impari a conoscerlo. Andiamo ora un po’ più nello specifico, per capire bene di che cosa si tratta.

Cosa fa un Influencer

Se anche tu ogni tanto ti sei chiesto cosa vuol dire Influencer tranquillo: non sei l’unico. Spesso e volentieri non c’è infatti un’idea chiara di cosa significhi una figura del genere, ed è dunque bene fare chiarezza. Un Influencer NON è necessariamente:

  • Una persona con tantissimi follower;
  • Uno strumento per vendere un prodotto;
  • Né il primo né l’ultimo elemento di una strategia.

Il numero dei follower conta? No, nella maniera più assoluta: quel che è importante è puntare su una persona che abbia costruito, con il tempo, un vero e proprio rapporto di fiducia con chi la segue. Vedremo più avanti perché questo numero è tutt’altro che fondamentale.

L’obiettivo non deve essere per forza vendere un prodotto, quanto piuttosto raccontarlo e introdurre il pubblico a tutti i significati dietro lo stesso. Di base possiamo dire che un Influencer è chiunque riesca a influenzare le decisioni altrui per via della sua conoscenza, posizione o autorità in un dato settore.

Come funziona l’Influencer Marketing

L’Influencer Marketing funziona scegliendo i professionisti giusti, per comunicare il messaggio corretto a un pubblico ben definito. Si tratta di un processo che funziona particolarmente sui Social, canali sempre più utilizzati nel cammino di ogni consumatore.

  • Il 72% delle persone ascolta prima di tutti famiglia e amici;
  • Il 70% si fida delle recensioni online;
  • 8 persone su 10 si dicono fortemente influenzate, in questo senso, da ciò che trovano sui Social. (Fonte: getambassador.com)

L’Influencer di turno ha dunque un compito molto importante: creare un dialogo capace di trasmettere, raccontare e comunicare tutti i valori di un brand. Non è “semplice” pubblicità, quanto piuttosto una vera e propria raccomandazione da parte di una persona di cui il pubblico si fida. Del resto nel 2022 tutti noi abbiamo un amico in più, ed è un Influencer.

Quanto vale per un’azienda un’attività di Influencer Marketing? I risultati di una strategia costruita nel modo giusto possono essere davvero importanti, proprio perché alla gente piace ascoltare consigli da qualcuno di cui potersi fidare in maniera (quasi) incondizionata.

La cosa importante è essere, sia lato azienda che Influencer, autentici e coerenti. Occhio insomma a scegliere le persone giuste per comunicare i messaggi corretti: non è raro infatti imbattersi in Influencer che parlano di un prodotto… A un pubblico che potrebbe non esserne minimamente interessato! Un’appassionata di fitness, insomma, può non essere la scelta migliore per promuovere i prodotti di un fast food. Attenzione!

Collaborare con Influencer: sì o no?

Se ti stai chiedendo se può valere la pena o no, per un’azienda, iniziare un’attività di Influencer Marketing… Fai bene! La risposta giusta, come sempre, sta nel mezzo. Dipende da diversi fattori: cosa devi considerare prima di cominciare con l’Influencer Marketing?

  • Budget: In base alle risorse di un’azienda, questa deve capire come e quanto è disposta a investire in una strategia di questo tipo. Piuttosto di andare al risparmio per paura di sprecare soldi, o di puntare tutto su personaggi non in target… Meglio lasciare perdere!
  • Prodotto: Che deve ovviamente prestarsi a un’attività come questa, senza forzature e senza voler raggiungere sin da subito obiettivi esageratamente ambiziosi. Se un’azienda produce beni o servizi dal costo davvero molto elevato, insomma, è bene che rifletta un po’ prima di buttarsi a capofitto in progetti simili.
  • Pubblico: Un discorso questo strettamente legato all’identità aziendale dato che, chiaramente, ogni realtà presenta un proprio target che può essere o non essere quello giusto per una campagna di Influencer Marketing. Bisogna dunque chiedersi sin da subito: «Dove posso trovare il mio pubblico?».

C’è l’Influencer Marketing fatto bene…

Giusto per capirci davvero bene, ecco ora un paio di esempi di strategie fatte davvero come si deve. Iniziamo con la prima: la campagna #MeetAnOwner di Subaru, una delle aziende automobilistiche più famose al mondo.

Il colosso giapponese ha scelto di collaborare con Devin Graham (@devinsupertramp): youtuber con più di 5 milioni di iscritti e una grande passione per viaggi e avventura. Due interessi che sposano totalmente la filosofia dell’azienda, e che quindi sono un’ottima base su cui costruire una comunicazione fatta davvero nel modo giusto.

Devin ha pubblicato un filmato spettacolare, che lo vede protagonista assieme a degli amici di un assurdo lancio con i paracadute… Da più di 150 metri! Un viaggio che hanno intrapreso, ovviamente, a bordo della loro Subaru. Non male, vero?

https://youtu.be/GJdEqU6l7pw

Passiamo poi a un esempio con numeri un po’ inferiori, ma solo sulla carta. Jesse Driftwood è un fotografo (@jessedriftwood) forse non molto conosciuto ma dalle abilità davvero incredibili, capace di comunicare e trasmettere messaggi ben precisi grazie alla potenza delle sue immagini. Qualche anno fa Driftwood, allora con meno di 100.000 follower, venne contattato da Amazon per promuovere il servizio Audible: la più grande piattaforma di audiolibri al mondo.

In che modo? Raccontando ai suoi fedelissimi seguaci come e quanto un “semplice” audiolibro possa essere il perfetto compagno di viaggio, capace di accompagnare chiunque alla scoperta del mondo e in tantissime altre avventure. Il risultato finale parla da sé: la community di follower di Jesse ha risposto presente, con centinaia e centinaia di domande legate al servizio. Di fatto si è andato a instaurare un vero e proprio dialogo tra l’Influencer e il suo pubblico, con una conversazione focalizzata su un brand e su un prodotto ben preciso. Questo è Influencer Marketing.

… E quello fatto davvero, davvero male.

Purtroppo non è tutto oro quello che luccica, e sono diversi gli esempi anche in questa direzione. Ne abbiamo presi due in particolare, passati alla storia per contenere tutta una serie di elementi sbagliati che… Meritano senza dubbio un’occhiata! Torniamo indietro di qualche anno, fino al 2017: un’annata molto complicata a livello sociale per gli Stati Uniti d’America, con molti fatti di cronaca legati a proteste e rivolte da parte della comunità nera in un inizio di quello che sarà il movimento Black Lives Matter.

In tutto ciò, Pepsi si è inavvertitamente trovata a prendere una posizione… Nel modo più sbagliato possibile. Ci ha pensato Kendall Jenner (@kendalljenner) dall’alto dei suoi 240 milioni di follower, con una mossa alquanto discutibile: nel corso di una protesta si è avvicinata a un gruppo di poliziotti in tenuta antisommossa, e ha offerto loro una lattina di Pepsi. Così, per invitarli a stoppare le brutalità di alcuni colleghi.

La reazione del web è stata immediata con milioni di commenti tra l’indignato e l’ironico, in aggiunta a un’opinione da una persona particolarmente legata al tema dei diritti civili. Beatrice King, figlia di Martin Luther King Jr., ha infatti commentato con: “Se solo papà avesse saputo del potere di una #Pepsi.”

Una figuraccia senza mezzi termini insomma, e forse peggio non poteva andare. Un altro caso celebre risale a metà anni Duemila, e vede protagonista il marchio I Can’t Believe It’s Not Butter!: per chi non lo sapesse uno dei più noti sostituti del burro al mondo, nonché tra le alternative più apprezzate da chi è intollerante al lattosio. Un prodotto niente male insomma, no?

Peccato che nel 2006 decise di fare da sponsor e di utilizzare come protagonista della sua campagna pubblicitaria… Ozzy Osbourne. Già, proprio il padrino dell’heavy metal. Dapprima come supporto all’intero tour del leader dei Black Sabbath e in seguito con uno spot televisivo che ti lasciamo di seguito, l’azienda si affidò completamente a un personaggio che aveva ben poco a che fare con quel particolare prodotto. Come recita uno dei commenti sotto al video: “Del resto, chi non pensa a Ozzy Osbourne quando si parla di sostituti del burro?”.

https://youtu.be/uMs7-MQb5as

Conclusioni

Le due menzioni (dis)onorevoli sono la perfetta sintesi di un concetto molto importante: nell’Influencer Marketing non sono importanti i numeri, ma la coerenza. Senza se e senza ma. Affidarsi a qualcuno con molti follower ma che ha poco a che fare con il pubblico di riferimento, è un errore che un’azienda non può davvero permettersi di fare.

La soluzione? L’abbiamo vista in uno dei due esempi virtuosi che abbiamo citato: i micro-influencer. Persone insomma con un pubblico magari non eccessivamente vasto, ma fortemente legato e affezionato ai contenuti proposti. In questo caso un Influencer è davvero un amico, una persona a cui fare affidamento e a cui chiedere un consiglio: un aspetto da non sottovalutare per chi vuole promuovere il proprio prodotto, non ti pare?

Se hai ancora qualche dubbio, se qualcosa non ti è chiaro o se semplicemente hai voglia di fare due chiacchiere beh… Noi ci siamo. Dai un’occhiata ai nostri contatti o, se preferisci, scrivici pure sui Social. Ti aspettiamo, a presto! 

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