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Co-branding: cos’è e come farlo bene

Si sente parlare molto spesso di co-branding: una strategia sempre più diffusa che può portare risultati davvero, ma davvero importanti a ogni brand. Come sempre però non è tutto rose e fiori: scopriamo insieme cos’è e come funziona il co-branding.

Co-branding: che cos’è? Definizione, cosa sapere e limiti

Il co-branding è di fatto una collaborazione temporanea tra più brand – nella maggior parte dei casi tra due marchi – tesa a lanciare un prodotto figlio di questa unione. Si tratta di realtà già conosciute e riconoscibili dal pubblico, che possono così comunicare senza influenzare l’identità di marca. Oltre ad aumentare le vendite, i partner commerciali si aspettano anche di ampliare il raggio d’azione e di ottenere una percezione più positiva nel target a cui si punta. Vediamo ora quanto può valere davvero una strategia del genere per la tua attività!

Il valore del co-branding per il tuo business

Fare co-branding: un’operazione che può significare moltissimo per un marchio ma che no, non è assolutamente da prendere sotto gamba. Si tratta di approcciare tante nuove opportunità, in primis quella di espandersi in nuovi mercati e in settori tutti da scoprire. Questo legame può essere visto anche come una sorta di “amicizia” tra un marchio e un altro, ma anche come vedremo tra un brand e una persona che possa davvero dare valore a un prodotto. Di qualunque genere.

Se ti stai chiedendo qual è l’obiettivo di una strategia di co-branding, una delle risposte è chiara e semplice: creare un’esperienza unica per il consumatore, dall’acquisto all’utilizzo di un prodotto capace di rispondere realmente a esigenze ben precise (e perché no, anche di crearne di nuove). Capire cos’è il co-branding ti permetterà di agire nel modo corretto: punterai su un forte storytelling, andrai dritto sull’emozionale o ti studierai una campagna in grande stile? A te la scelta, pur considerando sempre e comunque tutti i limiti di un progetto di questo genere… Vediamoli insieme, ti va?

Co-branding: pro e contro

L’abbiamo detto sin da subito: una strategia di tipo fatta come si deve è uno strumento potentissimo, ma non è tutto oro quello che luccica. Non manca infatti qualche limite che, se sottovalutato, può rischiare di rovinare quanto di buono puoi costruire in mesi e mesi di pianificazione. Meglio lasciar perdere? Assolutamente no! Meglio informarsi prima di partire? Esatto, questa è la strada giusta. Parlando di pro e contro del co-branding, siamo di fronte a uno scenario ricco e variegato. Diamoci un’occhiata un po’ più da vicino.

Quali sono i vantaggi del co-branding?

  • Puoi raggiungere un pubblico nuovo, che magari non ha ancora considerato il tuo brand
  • Più budget, potendo contare sul supporto di un’altra azienda
  • Due marchi può significare dividere tutto il buono esattamente a metà
  • Un brand può influenzare positivamente l’immagine dell’altro
  • Il successo può portare a grandissime entrate, per entrambi

E quali sono invece gli svantaggi?

  • Se gli obiettivi dei brand non coincidono, il fallimento è dietro l’angolo
  • Più budget significa uno sforzo maggiore per allocare le risorse nel modo giusto
  • Due marchi può significare dividere tutto il… Meno buono esattamente a metà
  • Un brand può influenzare negativamente l’immagine dell’altro
  • Un flop può portare a grandissime perdite, per entrambi

Esempi di co-branding: strategie e applicazioni pratiche

Passiamo ora a qualche esempio, dando un’occhiata ad alcune delle migliori strategie di co-branding degli ultimi anni. Storie di “amicizia” tra due brand ma non solo, perché come vedremo non è così raro assistere a collaborazioni di questo tipo tra un marchio e persone vere e proprie… Scopriamole insieme!

Baci X D&G

Il primo esempio di co-branding riguarda due dei brand italiani più conosciuti e apprezzati al mondo: Baci Perugina e Dolce&Gabbana, che hanno dato vita a un prodotto davvero unico nel suo genere. In che modo? Prendendo il classico, classicissimo Bacio Perugina che tutti amiamo e conosciamo… E dandogli quel tocco perfetto per renderlo ancora più speciale.

Il risultato finale è un prodotto che, con una campagna pubblicitaria realizzata ad hoc, riesce a comunicare i valori che da sempre caratterizzano i due marchi: artigianalità, bellezza e qualità 100% Made in Italy. Ne abbiamo parlato anche sui nostri Social, vai a dare un’occhiata!

Starbucks X Spotify

Torniamo ora indietro di qualche anno, esattamente al 2015, e prendiamo due tra le aziende americane più note al mondo. Da una parte troviamo Starbucks, forse la catena di caffetterie più nota in assoluto, e dall’altra Spotify: servizio di streaming musicale che conta, a oggi, la bellezza di 182 milioni di iscritti da ogni parte del mondo.

Cosa c’entrano due realtà così diverse tra loro? A partire da allora, gli abbonati al servizio di streaming musicale possono guadagnare dei “punti” spendibili in tutti i 7.000 punti vendita Starbucks… Ma non solo! Un servizio aggiuntivo prevede inoltre la possibilità, per l’utente, di condividere la propria posizione e di votare la canzone che sta ascoltando in quel momento all’interno del punto vendita: un modo per spingerlo a interagire, proponendo peraltro titoli da aggiungere alle varie playlist riprodotte. Non male, vero?

McDonald’s X tanti altri brand

A livello di co-branding, McDonald’s è forse uno dei marchi più attivi al mondo. Stiamo parlando di una realtà con al suo attivo collaborazioni con tanti, tantissimi brand dei generi più disparati… Anche oltre il settore food. Prendiamo però ad esempio uno degli emblemi del menù della catena di fast food più famosa al mondo: l’inconfondibile McFlurry, che in ogni parte del mondo troviamo disponibile in tantissime varianti diverse.

Solo in Italia McDonald’s offre il McFlurry ai gusti Oreo, Snickers, Baci, KitKat e Smarties, in aggiunta ad altri offerti magari solo per periodi limitati. Un co-branding questo che funziona davvero: McDonald’s riesce infatti a rendere uno dei suoi dolci di punta un prodotto sempre più particolare, e ognuno di noi si trova di fronte a una scelta perfetta davvero per tutti i gusti. Una mossa geniale, che ha tra l’altro dato vita ad alcune partnership che vanno avanti ormai da decenni.

Andy Warhol X Campbell’s

Parliamo ora di un co-branding d’annata, con un salto indietro addirittura fino agli anni Sessanta. Qui troviamo Campbell’s, uno dei leader nella produzione e nella vendita di zuppe, divenire improvvisamente fonte di ispirazione per un giovane artista ancora non troppo conosciuto. L’eclettico Andy Warhol, con le sue ormai inconfondibili 32 Campbell’s Soup Cans, riesce in un’impresa davvero incredibile: rendere qualcosa di quotidiano e normale come una zuppa una vera e propria opera d’arte.

Le zuppe Campbell’s erano infatti presenti da decenni sulle tavole di tutti gli americani, e il lavoro di Warhol non fece che incrementare ancora e ancora una popolarità che ancora oggi non accenna a fermarsi. Un rapporto di “amicizia”, quello tra l’azienda e l’artista, suggellato nel 2012 dal rilascio di un’edizione speciale delle zuppe più famose al mondo: versioni limitate ideate apposta per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’opera, in grado di rendere giustizia sia al prodotto che a una delle menti più geniali della storia.

Valentino Rossi X Monster Energy

Chiudiamo con un’altra collaborazione tra un brand e un personaggio noto a tutti… Avete mai visto una lattina di Monster Energy The Doctor? Noi siamo certi di sì: la partnership tra uno degli energy drink più famosi al mondo e Valentino Rossi è infatti una delle più riuscite degli ultimi anni, e sapete perché? Prevista inizialmente come un’edizione limitata, questa edizione speciale è diventata parte integrante e sempre presente all’interno del catalogo Monster.

Dal canto suo Valentino, senza dubbio il pilota di MotoGP più amato degli ultimi anni, ha prestato il nome a un prodotto che mira a raggiungere proprio gli standard del 9 volte campione del mondo. Il claim, del resto, parla forte e chiaro: «Il campione di MotoGP Valentino Rossi ha entusiasmato fan in tutto il mondo con più di 100 vittorie e 9 titoli mondiali. Abbiamo collaborato con Valentino, conosciuto anche come “The Doctor™”, per creare la Monster più veloce di sempre».

Co-branding… Come farlo davvero bene?

Ma alla fine di tutto vale realmente la pena mettere in piedi un’attività del genere? Come sempre la risposta giusta al 100% non esiste, proprio perché è impossibile tenere conto di tutte le variabili che possono entrare in gioco. Quello che consigliamo sempre e comunque è di fare tanta, tantissima attività di analisi prima di partire per un viaggio nel mondo del co-branding.

I rischi sono davvero tanti, ma con i giusti accorgimenti si può dare vita a qualcosa di eccezionale e unico sotto molti punti di vista… Gli esempi che abbiamo visto, del resto, parlano forte e chiaro! Co-branding significa collaborare per raggiungere obiettivi comuni portando, allo stesso tempo, novità e servizi di prim’ordine a un pubblico ampio e variegato. Un’opportunità da non perdere, ma che sarebbe un errore affrontare senza la giusta attenzione. Ed è proprio questo l’ingrediente segreto: l’attenzione, ovvero la cura di ogni singolo dettaglio per arrivare ad avere il prodotto o servizio perfetto per le esigenze del tuo target. Questo è co-branding, nella sua forma più pura e semplice.

Se hai ancora qualche dubbio, se qualcosa non ti è chiaro o se semplicemente hai voglia di fare due chiacchiere beh… Noi ci siamo. Dai un’occhiata ai nostri contatti o, se preferisci, scrivici pure sui Social. Ti aspettiamo, a presto! 

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